Congo Rd: la Conferenza Episcopale respinge ogni illazione su un presunto coinvolgimento nel fallito golpe
Rimane ancora incerta la natura del presunto golpe nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), nella notte del 19 maggio, condotto da un commando di poche decine di uomini che hanno tentato di assalire il “Palazzo della Nazione", che ospita gli uffici del presidente Félix Tshisekedi, dopo aver attaccato l'abitazione del ministro dell'Economia, Vital Kamerhe, situata nelle vicinanze. Strani obiettivi se si vuole neutralizzare il potere in carica perché il Capo dello Stato non risiede nel Palazzo della Nazione di notte.
Il commando - riferisce l'agenzia vaticana Fides - era capeggiato da Christian Malanga Musumari, che guidava un piccolo partito politico, da lui fondato, il Partito Congolese Unito (UCP) registrato negli Stati Uniti. Malanga è rimasto ucciso nella sparatoria con le forze di sicurezza, mentre suo figlio, che ha la cittadinanza americana, ed altri cittadini statunitensi e un britannico sono stati arrestati.
Subito dopo il fallito golpe, vero o presunto che sia, sui social media sono circolate foto e video che asseriscono una presunta vicinanza di Christian Malanga con alcuni vescovi cattolici. Una circostanza che è stata smentita da mons. Donatien Nshole, segretario generale della CENCO (Conferenza Episcopale Nazionale del Congo). “Ho seguito con desolazione tutto quello che è stato pubblicato sulle reti social su questa storia”, ha detto mons. Nshole in un video postato su diversi social media.
“Voglio rassicurare i fedeli cattolici su questa vicenda”, continua il segretario generale della CENCO. “In primo luogo, c’è una foto nella quale si vede Christian Malanga tra mons. Utembi, presidente della CENCO, e mons. Ambongo (il cardinale Fridolin Besungu Ambongo) all’epoca vice presidente della CENCO. Guardando lo scenario della foto questa probabilmente risale al 2017, quando Kabila era ancora presidente della Repubblica. Siate certi che né prima né dopo questa foto, nessuno di questi due vescovi ha avuto contatti con il signor Malanga”, sottolinea Mons. Nshole.
“Seconda cosa: ci sono persone in cattiva fede che presentano l’Incaricato d’Affari della Nunziatura (a Kinshasa), mons. Andriy che aveva accompagnato il cardinale Ambongo in visita al presidente, insieme ad uno degli assalitori bianchi che faceva parte del gruppo che ha attaccato l’onorevole Vital Kamerhe e il Palazzo della Nazione. Si tratta di due persone diverse”, afferma mons. Nshole. “Dall’altronde quando si sono verificati questi avvenimenti a Kinshasa, Mons. Andriy si trovava con me a Kananga e non ha certo il dono della bilocazione”, rivela il segretario generale della CENCO.
Infine esiste un video pubblicato da un presunto prete cattolico che accusa la gerarchia di essere coinvolta nella vicenda. “Dopo accurate ricerche - dice mons. Nshole - è stato appurato che si tratta di un sacerdote della diocesi di Lisala, che vive sciolto da ogni legame con la sua diocesi in Italia. Si tratta di una persona il cui dossier è trattato dalla gerarchia della Chiesa per il suo comportamento”. “Tutto questo è stato postato dunque da persone di cattiva fede. Non so perché se la prendano con la Chiesa cattolica cercando di coinvolgerla in questi avvenimenti”, conclude il segretario generale della CENCO.
[Questo articolo è stato pubblicato sul sito di Fides, al quale rimandiamo; Photo Credits: Cath.ch]