I vescovi, "con la perdita dell’egemonia dell’ANC il Sudafrica entra in territori inesplorati"
Voto regolare, anche se vi sono state “inefficienze che hanno reso più difficile votare e in alcuni casi impedito il diritto di esprimere un voto”, calo dei votanti. Così la Commissione “Giustizia e Pace” della Southern African Catholic Bishops Conference (che riunisce i Vescovi di Sudafrica, Botswana ed Eswatini), ha qualificato le elezioni generali tenutesi in Sudafrica il 29 maggio.
Ricordando come in diversi Paesi africani il voto è caratterizzato da gravi irregolarità - riferisce l'agenzia vaticana Fides -, “Giustizia e Pace” afferma che “non si riscontrano tali irregolarità nelle elezioni sudafricane, comprese quelle odierne che sono state fortemente contestate”. “Il Sudafrica- continua la dichiarazione firmata dal direttore di “Giustizia e Pace, p- Stan Muyebe - ha una delle migliori democrazie africane. Ogni volta che in Sudafrica si vota, dovremmo ringraziare Dio che questo Paese sia una delle migliori democrazie in Africa, ma è una democrazia che tutti sono chiamati a custodire gelosamente”.
In questo senso il calo del numero dei votanti secondo p. Muyebe è un segnale preoccupante perché “riflette la mancanza di fiducia dei cittadini nelle elezioni, che ritengono che il loro voto individuale non faccia la differenza. C’è una disconnessione tra i risultati elettorali e la vita reale dei cittadini elettori”. Se i sudafricani non credono di riuscire ad esprimere le loro istanze attraverso il voto c’è il rischio di “alimentare una cultura radicata di proteste violente”, avverte p. Muyebe.
Su 41,4 milioni di aventi diritto al voto, quest’anno si sono registrati 27,79 milioni di elettori. “Ciò significa che circa 13,7 milioni di elettori aventi diritto non si sono registrati” sottolinea “Giustizia e Pace”. Si avuto un calo progressivo degli elettori registrati: si è passati dall’80,5% degli elettori registrati nel 2014, al 74,5% nel 2019, al 66,8% del 2024.
“Una nota positiva è stato l’aumento del numero dei giovani che si sono iscritti al voto” afferma la nota di “Giustizia e Pace”. Questo può in parte spiegare la perdita della maggioranza assoluta in parlamento per la prima volta da parte dell’African National Congress, da quando è salito al potere dopo la fine dell’apartheid, 30 anni fa. Nelle precedenti elezioni del 2019, il partito aveva ottenuto 230 seggi. Quest’anno solo 159 su 400 disponibili. L’ANC dovrà quindi formare una coalizione con altri partiti per potere governare ed esprimere il nuovo Capo dello Stato, che viene eletto dal Parlamento.
“Il fatto che la prima volta dal 1994 il dominio elettorale e l’egemonia politica del partito al potere sia andato perduto fa entrare il Sudafrica in territori inesplorati” conclude “Giustizia e Pace”.
[Questo articolo è stato pubblicato sul sito di Fides, al quale rimandiamo; Photo Credits: Middle East Monitor]