Il Sud Sudan celebra l’anniversario dell’indipendenza, ma la situazione rimane difficile
Un anniversario tra luci (poche) ed ombre (tante), quello dell’indipendenza del Sud Sudan, celebrato il 9 luglio.
Da una parte vi sono le timide speranze per giungere a un accordo di pace con i gruppi armati che non hanno aderito alle intese del 2018 che avevano messo fine ai combattimenti in diverse aree del Paese, ma non in tutte. Dall’altra vi sono le difficili condizioni sociali, economiche e umanitarie derivanti dalle conseguenze della guerra civile e dall’aggravamento delle condizioni climatiche.
A Nairobi sono in corso da maggio - ricorda l'agenzia vaticana Fides - i colloqui (denominati Tumaini, “speranza” in Swahili) tra i rappresentati del governo di Juba e quelli dei gruppi che non avevano firmato l’accordo del 2018 (noto come Revitalised Agreement on the Resolution of the Conflict in The Republic Of South Sudan, R-ARCSS.
Il termine “rivitalizzato” si riferisce all’accordo precedente del 2015, che andava riattualizzato per tenere conto delle nuove istanze presentate dalle parti). Le trattative si sono però arenate perché i gruppi dell’opposizione chiedono come condizione preliminare di cancellare la legge che consente al servizio di sicurezza (NSS, National Security Service) la detenzione preventiva di una persona senza mandato d’arresto da parte di un giudice.
Altro punto in discussione sono le elezioni generali che dovrebbero tenersi il 22 dicembre. Il voto dovrebbero mettere fine al periodo di transizione previsto dall’accordo del 2018, che ha permesso al Presidente Salva Kiir di rimanere al potere. Questi ha ribadito che le elezioni si terranno in questa data. Ma a Nairobi era stato proposto di estendere il periodo transitorio e di rinviare le elezioni per consentire di ultimare la Costituzione del Paese e le leggi elettorali.
Sul piano economico, la rottura a febbraio dell’oleodotto che permette di esportare il petrolio sud-sudanese, ha privato Juba di risorse finanziarie importanti, aggravando le già difficili condizioni economiche. Le agenzie umanitarie internazionali affermano che 9 milioni di persone in Sud Sudan hanno bisogno di assistenza umanitaria. Le inondazioni che colpisco il Paese rischiano di distruggere i già miseri raccolti previsti.
In questo difficile contesto Eduardo Hiiboro Kussala, Vescovo di Tombura-Yambio e Presidente della Commissione per lo Sviluppo Umano integrale della Sudan Catholic Bishops’ Conference (SCBC), ha esortato i fedeli alla speranza e all’unità. “Uniamoci nella resilienza della fede, mantenendo Gesù Cristo, nostro Salvatore e Re, al centro della nostra nuova Repubblica” ha affermato nel suo messaggio in occasione dell’anniversario dell’indipendenza nazionale.
“Con incrollabile determinazione e duro lavoro, possiamo trionfare sulle attuali difficoltà economiche e aprire la strada a un futuro prospero per tutti”. In un suo precedente intervento al Catholic Radio Network, Mons. Kussala ha auspicato che le elezioni si tengano regolarmente a dicembre perché “estendere la durata del governo provvisorio significa prolungare le sofferenze della popolazione”.
[Questo articolo è stato pubblicato sul sito di Fides, al quale rimandiamo; Photo Credits: Nigrizia/PPU]