Nigeria: "stato d'emergenza contro i massacri e i rapimenti", appello di 48 organizzazioni della società civile
Dichiarare lo stato d’emergenza per far fronte alla crescente insicurezza nel Paese. È l’appello lanciato il 29 gennaio da una coalizione di 48 organizzazioni della società civile al presidente della Nigeria, Bola Tinubu per bocca di Auwal Ibrahim Musa Rafsanjani, direttore esecutivo della Civil Society Legislative Advocacy Centre (Cislac).
“Le organizzazioni della società civile in Nigeria (…) sono profondamente preoccupate per il deterioramento dello stato di sicurezza in Nigeria e nel territorio della capitale federale, Abuja, e quindi invitano il governo nigeriano ad adottare misure concrete per porre fine all’insicurezza endemica, ridurre ulteriori attacchi da parte di bande di rapitori e gruppi terroristici e ritrovare le persone scomparse”, ha detto Musa, citato anche dall'agenzia vaticana Fides.
Secondo Musa, negli ultimi quindici anni l’insicurezza in Nigeria è aumentata vertiginosamente a causa di una serie di attività violente; attacchi terroristici nell’intera regione settentrionale del Paese, banditismo nel nord-ovest, violenza tra contadini e pastori nella Middle Belt, fermenti secessionisti nel sud-est, pirateria nella costa meridionale del Paese, attacchi intercomunitari, violenza politica, violenza da parte di gruppi religiosi e rapimenti.
L’insicurezza endemica è persistita nelle ultime tre amministrazioni, inclusa quella del presidente Muhammadu Buhari, che come ex generale, aveva guadagnato la fiducia del pubblico per candidarsi alla presidenza promettendo di frenare la crescente insicurezza.
Musa ha riportato dati alquanto preoccupanti affermando che durante il secondo mandato di Buhari, tra il 2019 e il 2023, almeno 24.316 nigeriani hanno perso la vita mentre circa 15.597 persone sono state rapite.
“Sono passati ormai 8 mesi da quando il presidente Tinubu ha prestato giuramento e tuttavia le cose non sono migliorate” afferma la dichiarazione letta da Musa e firmata dalle 48 organizzazioni della società civile. “Il nostro monitoraggio mostra che dall'inizio dell'amministrazione del presidente Tinubu fino al 26 gennaio 2024 almeno 2.423 persone sono state uccise in massacri di massa e almeno 1.872 persone sono state rapite. Siamo particolarmente preoccupati per l'aumento dei rapimenti, notando che solo nelle prime due settimane di gennaio 2024 si sono verificati 230 episodi di rapimento, nella maggior parte dei quali sono state coinvolte più vittime”. Tra i massacri elencati nella dichiarazione ci sono pure quelli commessi a Natale 2023 nello Stato di Plateau.
“Il governo ha continuato a venir meno al suo dovere primario di garantire la sicurezza e il benessere di tutti i cittadini, come stabilito nella Sezione 14(2)(b) della Costituzione, e al suo obbligo di far rispettare e soddisfare il diritto alla vita dei suoi cittadini, secondo all'articolo 33 della Costituzione” afferma la dichiarazione. Le organizzazioni della società civile invitano quindi il presidente Bola Tinubu, ad “adempiere al proprio imperativo costituzionale di salvaguardare la vita di tutti i cittadini; dichiarando lo stato di emergenza in caso di rapimenti e altre forme di terrorismo”.
Tra gli altri provvedimenti richiesti vi sono: migliorare l’infrastruttura di sicurezza del Paese; scoprire e perseguire i responsabili dell'appropriazione indebita dei 5.460 milioni di Niara stanziati per la fornitura di telecamere a circuito chiuso nel territorio della capitale federale; creare un registro delle vittime di rapimenti e altre forme di atrocità di massa; investigare i finanziamenti dei gruppi criminali organizzati e identificare gli sponsor e i beneficiari del banditismo e del terrorismo.
(Fonte: Fides; Foto: Flickr/CSIS-Center for Strategic & International Studies)