Strage di Shakahola: il presidente kenyano Ruto si assume la responsabilità di non averla impedita
Nel Kenya sconvolto dal massacro nella foresta di Shakahola si moltiplicano le richieste per regolamentare non tanto la libertà di culto quanto la conformità alle leggi di chi dirige le comunità religiose. Ne riferisce l'agenzia vaticana Fides. In una riunione tra i rappresentanti del National Council of Churches of Kenya (NCCK, che riunisce la gran parte delle comunità protestanti del Kenya), della Conferenza dei vescovi cattolici del Kenya (KCCB) e del Supreme Council of Kenya Muslim (SUPKEM) della regione del North Rift si è chiesto alle istituzioni statali maggiori controlli sugli insegnanti religiosi nelle scuole e un’azione decisa contro i predicatori che violano i diritti umani.
“Bisognerebbe avere una legislazione per regolamentare il modo in cui si pratica la propria fede... perché alcuni dei modi in cui alcuni praticano la propria religione sono contro i diritti umani e la legge perché ci sono uccisioni, sacrifici umani o prelievo di organi", ha affermato il reverendo Joseph Barasa dell'NCCK. “Abbiamo proposto che solo quei capi religiosi che hanno frequentato una scuola di teologia dovrebbero essere autorizzati a insegnare o predicare. Prima che a un “leader religioso” sia permesso di insegnare da un pulpito, deve dimostrare di comprendere ciò che insegna”, ha affermato il Rev. Barasa.
Esiste inoltre l’esigenza di controllare chi va a predicare nelle scuole perché si sono riscontrati casi di “insegnamenti fuorvianti” che mettono a rischio un’intera generazione di studenti. I partecipanti al convegno sottolineano come “predicatori” senza scrupoli approfittano delle difficoltà economiche del Paese per attirare i propri adepti con promesse di falsi guadagni ottenuti con le pratiche di culto da loro promosse.
Ieri, domenica 14 maggio, il Presidente del Kenya, William Ruto, si è assunto la responsabilità di non essere stato in grado di impedire la strage di Shakahola commessa dagli adepti della “Good News International Church”, che si sono lasciati morire di fame “per raggiungere Gesù Cristo”, seguendo le indicazioni del “predicatore” Paul Nthenge Mackenzie. "Non lo prendo alla leggera. Mi assumo la responsabilità di come Presidente questo non sarebbe dovuto accadere” ha affermato Ruto alla televisione. “E certamente, alcune persone che sono responsabili di questo fallimento da parte del governo dovranno rendere conto" ha aggiunto citando in particolare “la nostra intelligenza, e la polizia criminale (CID, Dipartimento investigativo criminale”.
Sono in effetti emerse delle carenze nel sistema giudiziario e di polizia che hanno permesso la tragedia di Shakahola. Mackenzie era infatti stato arrestato all'inizio di quest'anno perché sospettato dell'omicidio di due bambini per fame e soffocamento, ma è stato poi rilasciato su cauzione. I parenti dei suoi seguaci affermano che dopo che Mackenzie fu liberato, tornò nella foresta di Shakahola e spostò la data prevista per la fine del mondo da agosto al 15 aprile.
Il 14 aprile la polizia ha fatto irruzione nella foresta dove aveva sede la sua “chiesa”, salvando 15 persone che stavano morendo di fame. Più di 200 corpi sono stati finora riesumati. Ma oltre 600 persone risultano ancora disperse.
(Fonte: Fides.org; Photo: Paul Kagame)