Haiti: sistema sanitario al collasso, diritti umani calpestati, quadro politico instabile, tutto procede a rilento
“L’escalation di violenza a Port-au-Prince e ad Artibonite, provincia a nord-ovest della capitale, sta facendo precipitare Haiti in un disastro umanitario. Il sistema sanitario è sull’orlo del collasso”. Il monito è stato lanciato dal rappresentante del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef) Bruno Maes. “La grave emergenza riguarda non solo i bambini ma anche le forniture essenziali destinate a curarli e alimentarli”, ha detto in una recente dichiarazione.
Ad Haiti solo sei ospedali su dieci sono operativi. I container con i rifornimenti sono stati bloccati o saccheggiati, così come molti magazzini e farmacie. “Violenza, sfollamento di massa, epidemie e crescente malnutrizione hanno distrutto il sistema sanitario di Haiti, ma il blocco delle catene di approvvigionamento aggrava ulteriormente la disperata situazione umanitaria”.
Secondo le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite, circa 4,4 milioni di persone ad Haiti – un paese di 11,5 milioni di abitanti su una superficie di 27.755 chilometri quadrati – hanno urgente bisogno di aiuti umanitari e 1,6 milioni si trovano ad affrontare livelli di emergenza di grave insicurezza alimentare. Oltre 30 centri medici e ospedali hanno chiuso a causa di atti di vandalismo, saccheggi o perché si trovavano in zone non sicure, tra cui l'Haiti State University Hospital, il più grande del paese. La recente riapertura dell’aeroporto di Port-au-Prince, dopo quasi tre mesi a causa è un primo passo per alleviare l’isolamento, ma i porti sono ancora bloccati.
Nei primi tre mesi del 2024, 2.500 persone, tra cui almeno 82 bambini, sono state uccise o ferite a causa della violenza delle bande. Questi dati sono forniti dagli ultimi rapporti delle Nazioni Unite. Quasi la metà delle vittime è stata colpita da proiettili durante attacchi violenti ai propri quartieri o scontri tra bande e polizia, e almeno 438 persone sono state rapite a scopo di riscatto. I media sostengono che l'80% della capitale, e le strade che la collegano al nord e al sud del Paese, sono nelle mani di bande criminali, che diffondono il terrore nelle strade, nei quartieri e negli incroci autostradali. Circa 362.000 persone – metà dei quali ragazze e ragazzi – sono state costrette a fuggire dalle proprie case perché restare è troppo pericoloso, e molti di loro si trovano in affollati rifugi di fortuna nelle scuole e in altri spazi pubblici. La violenza sessuale e gli abusi contro donne e ragazze sono aumentati e decine di migliaia di bambini non possono frequentare la scuola a causa dell’insicurezza.
A questo drammatico contesto si aggiunge il quadro politico non meno rassicurante. La Presidenza collegiale, composta da nove membri, che ha assunto la responsabilità di guidare un processo di transizione, sta procedendo lentamente verso la formazione di un governo provvisorio, mentre si organizzano nuove elezioni. Il governo dovrebbe preparare il terreno per il dispiegamento di una forza internazionale per sconfiggere le bande. Inizialmente sarebbero previsti mille poliziotti keniani e contingenti di supporto provenienti da Bahamas, Bangladesh, Barbados, Belize, Benin, Ciad e Giamaica.
[Questo articolo è stato pubblicato sul sito di Fides, al quale rimandiamo; Photo Credits: Fides]