Censimento nazionale in Pakistan: le minoranze religiose chiedono "massima trasparenza"

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E' iniziato in Pakistan il settimo censimento nazionale della popolazione che - grande novità rispetto al passato - si effettua tramite una registrazione online in tutto il paese. Tra le voci presenti nel modello da compilare, per individui e famiglie - riferisce l'agenzia vaticana Fides -, vi è anche quella relativa alla fede professata: per questo le comunità cristiane di tutte le confessioni si stanno impegnando a istruire i fedeli, in special modo quelli non alfabetizzati o meno istruiti, sulla procedura per iscriversi, perché si possa partecipare al censimento in forma corretta.

"E' importante dare il giusto numero dei fedeli cristiani in Pakistan. Per questo pastori, vescovi, leader politici e sociali e lavoratori, persone istruite sono chiamate a fare di tutto perché tutte le famiglie cristiane siano registrate. Se occorre andare nelle case delle famiglie cristiane meno abbienti, per aiutarle a registrarsi, fatelo. Se possibile, allestite un piccolo gazebo o banco nel vostro quartiere, o fuori dalle chiese per sensibilizzare tutti a registrarsi", auspica il cristiano Rohail Zafar, segretario generale della "Pakistan Minority Rights Commission". "Anche i canali televisivi e i mass media cristiani dovrebbero avviare campagne di sensibilizzazione al riguardo, in modo da assicurare la realizzazione di statistiche accurate della popolazione cristiana", rileva.

I battezzati in Pakistan chiedono al Pakistan Bureau of Statistics (Pbs) la massima trasparenza, al fine di creare la massima fiducia pubblica. Si ricorda che i risultati del sesto censimento della popolazione, compiuto del 2017, sono diventati oggetto di controversia e molti dati sono stati inspiegabilmente secretati: la richiesta è che i risultati del censimento siano pubblici, per creare fiducia nell'opinione pubblica.

Nei mesi scorsi, in vista del censimento, un'analisi in merito è stata presentata nel rapporto "Confusing Demographics for Minorities" (Dati demografici confusi per le minoranze), basato sull'analisi dei dati dei censimenti nel 1981, 1998 e 2017 e realizzato dagli studiosi Qais Aslam e Peter Jacob, cattolico. Il testo rileva diverse criticità sui dati affermando che essi "lasciano dubbi sulla credibilità". Secondo gli ultimi tre censimenti presi in esame, la popolazione delle cosiddette "minoranze religiose" (tutte le comunità non musulmane) nel 1981 costituiva il 3,32% della popolazione complessiva; nel 1998 è aumentata al 3,73%; nel 2017 sarebbe scesa al 3,52%. La popolazione totale delle comunità religiose non musulmane nel 2017 è stata conteggiata a 7,32 milioni, includendo cristiani (2,64 milioni), indù (3,6 milioni), ahmadi (0,19 milioni), caste riconosciute (0,85 milioni), persone di “altre religioni” (0,04 milioni).

Il testo chiede una categorizzazione più dettagliata e l’eliminazione del termine collettivo "minoranze"”", suggerendo la scelta di auto-identificare il proprio orientamento religioso. Ad esempio le comunità di fede più esigue (baha'i, kalash, ebrei, buddisti) non hanno la possibilità di indentificarsi, ma sono tutte accomunate come "altre religioni".