Cina: avviato un sistema di verifica “online” delle identità dei monaci buddisti e taoisti
Uno “schedario online” contenente i dati identificativi di tutti i monaci buddisti e taoisti registrati presso gli apparati cinesi, consultabile anche da cittadini che potranno d’ora in poi verificare “in rete” l’identità e l’incarico di ogni singolo monaco. E questo il nuovo strumento di consultazione dati inaugurato in Cina mercoledì 22 febbraio, e che secondo informazioni fornite dai media ufficiali cinesi sarà presto utilizzato per rendere accessibili informazioni anche su “religiosi islamici, cattolici e protestanti”.
Secondo le informazioni diffuse dall’Agenzia Xinhua, Agenzia Ufficiale di informazione della Repubblica Popolare Cinese, rilanciate anche dall'Agenzia vaticana Fides, il sistema di ricerca lanciato a Pechino il 22 febbraio, “fornisce al pubblico servizi di informazione online su monaci buddisti e taoisti” identificati e registrati in conformità con la legge. I dati informativi sono accessibili sui siti web dell'Associazione Buddista Cinese, dell'Associazione Taoista Cinese, dell'Amministrazione Statale degli Affari Religiosi (Sara) e del China Tibet Network (tibet.cn). “A quanto risulta” - informa Xinhua - “presto sarà messo a disposizione online anche il sistema di ricerca di informazioni riguardo a religiosi islamici, cattolici e protestanti”.
Il sistema di accesso alla banca dati rende disponibili sette dati informativi su ogni singolo monaco buddista e taoista, compresi nome, sesso, titolo religioso e numero identificativo della registrazione. Le scheda personale di ogni singolo monaco è corredata dalla sua foto. Chiunque potrà accedere alle informazioni dello schedario online anche attraverso il cellulare, dopo aver inserito i codici di verifica e soddisfatto le condizioni poste dal sistema di ricerca. L'Associazione Buddista Cinese e l'Associazione Taoista Cinese “aggiorneranno i dati dei monaci in modo tempestivo, per garantire che le informazioni accessibili siano accurate e affidabili”.
Sempre secondo Xinhua, le scelta di creare una banca dati online sulle comunità monastiche taoiste e buddiste cinesi sarebbe motivata dall’urgenza di “frenare il fenomeno caotico dei falsi monaci buddisti e taoisti che usano la religione per arricchirsi”. Il nuovo schedario online sarebbe uno strumento utile a “mantenere il normale ordine religioso, salvaguardare la sana trasmissione del buddismo e del taoismo” e, nel contempo, aiuterebbe anche i taoisti e buddisti cinesi a identificare i falsi monaci, “tutelando l'interesse pubblico e i legittimi diritti e interessi dei cittadini”.
Negli ultimi anni – si legge nel dispaccio dell’Agenzia ufficiale cinese - si sarebbero registrati diversi casi di persone che hanno cercato di trarre profitto millantando a scopo fraudolento una falsa identità monastica, e in tal modo “hanno gravemente screditato l'immagine della comunità religiosa, disturbando nel contempo l'ordine pubblico, recando danni alla salute e alle risorse economiche e patrimoniali dei cittadini, con un impatto sociale estremamente negativo”.