LA STORIA / "Io sopravvissuta alla strada, ora aiuto le vittime della tratta"

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La nigeriana Blessing, sfuggita agli sfruttatori, diventata mediatrice culturale.

CITTÀ DEL VATICANO, 03 GIU - "Il tema del Messaggio del Santo Padre, 'Dio cammina con il suo popolo', lo ritrovo nella mia vita. Dio ha davvero camminato con me, anche attraverso chi mi ha fatto incontrare lungo la via". Racconta con animosità e coraggio la sua storia di sopravvissuta alla tratta e allo sfruttamento sessuale Blessing Okoedion, nigeriana, intervenuta in Sala stampa vaticana alla presentazione del Messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato. Una storia di grande sofferenza, la sua, ma che testimonia una prospettiva di riscatto sociale e di riconquista della libertà, concretizzatasi infine nell'aiuto ad altre donne che finiscono, o rischiano di finire, nelle mani dei trafficanti.

"Sono nata e cresciuta nello Stato di Edo, oggi generalmente considerato il centro della tratta di esseri umani in Nigeria - ricorda -. Migliaia di donne e ragazze vengono reclutate e obbligate a una vita fatta di abuso, debito, umiliazione, violenze, sfruttamento e soprattutto di silenzio". Come tante altre donne vittime della tratta, "anche io sono stata ingannata e fatta venire in Europa nel 2013, dove sono stata portata su una strada e messa in vendita". "Mi era stato chiesto di restituire un 'debito' di 65 mila euro - racconta -. Per gli sfruttatori sei una merce in vendita su cui speculare e guadagnare; per i compratori di sesso sei una merce in vendita da comprare e usare per il loro piacere, imponendoti una violenza che viene 'giustificata' dall'uso del denaro".

Grazie all'istruzione "che mi ha permesso di conoscere i miei diritti fondamentali, e grazie a Dio che mi ha dato la forza e il coraggio, sono riuscita a scappare e denunciare". E dopo la denuncia "sono stata portata in un centro anti tratta: Casa Rut di Caserta, dove ho conosciuto suor Rita Giaretta, ora responsabile di Casa Magnificat a Roma, che mi ha accompagnata in un percorso di rinascita e mi ha fatto ritrovare me stessa".

Per Blessing suor Rita, "che mi ha accolta e amata", è "uno di quei buoni samaritani di cui parla il Papa".

"Spesso si parla di volontarietà - osserva -, si parla della prostituzione come del mestiere più antico nel mondo, ma dimentichiamo la vulnerabilità di migliaia di bambine, ragazze e donne, che partono da contesti difficili e non sono libere ma ridotte in schiavitù".

Come dice papa Francesco, "i migranti spesso fuggono da situazioni di oppressione e sopruso, di insicurezza e discriminazione, di mancanza di prospettive di sviluppo", ed "è così anche per le vittime di tratta", testimonia Blessing, secondo cui "bisognerebbe conoscere meglio e capire la situazione delle vittime, da dove vengono, quali sono le condizioni di miseria, degrado, mancanza di opportunità che le spinge a lasciare i loro Paesi". E a suo avviso, "bisognerebbe ascoltare di più anche le sopravvissute alla tratta di esseri umani, i loro vissuti di paura e dolore, ma anche di resistenza e di coraggio nei Paesi di destinazione in cui vengono sfruttate".

"È stato il dolore e la comprensione di quello che ho dovuto subire sulla mia pelle - rammenta - a farmi decidere di mettere la faccia in prima persona, raccontando la mia storia nel libro 'Il coraggio della Libertà', e a impegnarmi come mediatrice culturale. Ma è stata anche la relazione che ho avuto con suor Rita a spingermi a farlo". "I trafficanti disumanizzano e oggettivizzano le loro vittime, con conseguente perdita di autostima e di controllo sulla propria vita, sulla propria libertà e dignità̀- denuncia -. Suor Rita mi ha aiutata a ritrovare fiducia in me stessa e negli altri, a riprendere gli studi e a iniziare a lavorare come mediatrice culturale e interprete".

"E mi ha accompagnata anche a vivere la mia fede in modo più profondo e vero - sottolinea ancora la donna -. Ho ritrovato i valori che mi aveva trasmesso la mia famiglia e che avevo un po’ perso dopo essere stata ingannata e trafficata da una donna che si diceva cristiana e che frequentava una delle tante chiese che proliferano in Nigeria. Ho imparato di nuovo che cosa significa essere cristiani".

Dalla decisione di Blessing di rimettersi in gioco, di raccontare la sua storia e di combattere i traffici di persone è nata un'associazione, 'Weavers of Hope' (Tessitrici di speranza), che "ho fondato con altre donne africane sopravvissute alla tratta di esseri umani". E grazie all'associazione, 150 ragazze e donne sono state aiutate dal 2018 a oggi ad uscire dallo sfruttamento sessuale e iniziare un percorso di reinserimento sociale e lavorativo. "Lavoriamo anche in Nigeria sulla sensibilizzazione ed empowerment delle ragazze e donne in particolare nelle zone rurale".

"Noi non ci vergogniamo di essere chiamate le sopravvissute dello sfruttamento sessuale perché, con la nostra testimonianza, vorremmo che qualsiasi bambina in Nigeria possa avere la speranza di continuare a sognare e perché chi è ancora vittima possa trovare il coraggio di poterne uscire". Nel 2022 Blessing si è laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali all'Orientale di Napoli, con una tesi sul reinserimento delle donne nigeriane vittime di tratta in Italia. "Ho intervistato 70 donne che hanno fatto il percorso di reinserimento dal 2004 al 2022".

"I racconti sono simili e fanno emergere che c'è ancora molto da fare affinché queste donne possano realmente condurre una vita in autonomia senza correre il rischio di cadere nuovamente nelle mani dei trafficanti - conclude -. Per questo sento che il mio e il nostro impegno sono assolutamente urgenti e fondamentali".

[Questo articolo è stato pubblicato ieri dall'ANSA; Photo Credits: Famiglia Cristiana]