Povertà in aumento in Italia: i movimenti cattolici, "ora misure strutturali a favore del lavoro e della famiglia"

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“I dati dell’Istat, che hanno certificato un record di aumento per quanto riguarda le famiglie italiane che versano in povertà assoluta, proprio ieri che celebravamo la Giornata della Famiglia voluta dall’ONU, non fanno altro che confermare i dubbi che avevamo espresso riguardo ai tanti proclami del Governo, non ultimo quello sulla crescita dei contratti a tempo indeterminato”. Così il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia, in una nota di commento agli ultimi dati Istat sulla povertà.

Quello che si fa finta di non vedere, dimostrato dall’ultima ricerca del nostro istituto IREF sul lavoro vulnerabile, è che se c’è occupazione, questa non offre certezze in termini di risorse economiche soprattutto per: continuità lavorativa – quasi il 70% di chi lavora meno di 7 mesi in un anno è altamente vulnerabile – di genere –, per ogni uomo in condizione di alta vulnerabilità economica, ci sono cinque donne nella stessa condizione –, per età anagrafica e della generazione di appartenenza – con i più giovani svantaggiati – e, purtroppo, anche della geografia, con il sud e le aree interne maggiormente esposte. Il disegno di legge sull’autonomia differenziata non aiuterebbe certamente a far diminuire questa forbice, ma è destinato anzi ad aumentarla", afferma Manfredonia.

"Basta con leggi spot, bonus e altre misure provvisorie che non affrontano mai il problema alla radice - aggiunge il presidente delle Acli -: si è già perso troppo tempo su questioni fondamentali per un nucleo familiare, come la gratuità degli asili per i secondi figli e i fondi ed i decreti attuativi per la tutela della non-autosufficienza. Servono riforme strutturali per combattere il lavoro povero e per ricostruire  un sistema di welfare che si occupi prima di tutto degli ultimi e dei penultimi. Il taglio del Reddito di Cittadinanza, con la sua definitiva archiviazione a partire da gennaio di quest’anno a vantaggio del cosiddetto 'Assegno di inclusione' e del 'Supporto per la formazione e il lavoro', vanno purtroppo nella direzione contraria”.

Per un altro movimento cattolico, la Comunità di Sant'Egidio, gli ultimi dati sulla povertà in Italia nel 2023, presentati ieri dall’Istat, "sono allarmanti e impongono una mobilitazione a livello nazionale". "Non possiamo assistere indifferenti all’aumento progressivo (oltre il 2 cento in dieci anni) di chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, cioè l’8,5% delle famiglie italiane scese sotto la soglia della povertà assoluta. Si tratta di ben 5,7 milioni di cittadini equivalenti al 9, 8% della popolazione", sottolinea la Comunità.

"Ma, soprattutto, non è accettabile la crescita di minori in stato di necessità: sono ormai ben 1,3 milioni, pari al 14 per cento del totale, il valore più alto mai registrato - prosegue -. E si tratta di un disagio non solo economico, perché si accompagna spesso ad una povertà educativa che rende più difficile un futuro sostenibile. Basta pensare al tasso di abbandono scolastico che in Italia è tra i più alti d’Europa, con picchi significativi nelle periferie delle grandi città e nel Meridione".

Secondo Sant'Egidio, "uno scenario allarmante aggravato dall’isolamento sociale vissuto da tante persone fragili, in primo luogo gli anziani e i disabili, anche perché ormai in Italia ben 8 milioni e mezzo di persone vivono da sole, cioè il 33,3 per cento delle famiglie residenti".

"Sappiamo, al tempo stesso, sulla base della nostra esperienza, che con un dovuto sostegno è possibile risalire la china. Solo per citare alcuni dati che riguardano l’emergenza nutrizionale: nei nostri centri, che chiamiamo 'Case dell’amicizia', nel 2023 abbiamo distribuito in Italia oltre 250mila pacchi alimentari mentre, nelle nostre mense e con le cene itineranti, abbiamo offerto 320mila pasti. Molte persone, una volta sostenute, sono riuscite a risolvere una parte dei loro problemi e a guardare nuovamente con fiducia al futuro", aggiunge la Comunità.

"Consapevoli che la solidarietà è una grande risorsa del nostro paese, ci rivolgiamo a tutti per attivare una raccolta fondi straordinaria, in modo da accompagnare i tanti che si rivolgono ai nostri centri ad uscire fuori dal tunnel della povertà e a riprendere a sperare", conclude.

Per don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, “i dati rilasciati dall’Istat ci mostrano un’Italia segnata da profondi contrasti. Siamo preoccupati rispetto all’incidenza della povertà assoluta che, pari all’8,5%, ha raggiunto livelli mai segnalati negli ultimi dieci anni. In particolare, evidenziamo le 2,8 milioni di vite in bilico, storie di persone segnate della deprivazione materiale e sociale. È un appello alla nostra coscienza collettiva, un invito a guardare oltre i numeri e a vedere i volti, a sentire le voci di coloro che rischiano di cadere nel baratro della povertà da un momento all’altro”.

“Si allarga ancora, in maniera preoccupante, il solco tra le generazioni: più una persona è giovane e più è probabile che abbia difficoltà economica”, sottolinea don Pagniello. “E poi – aggiunge – c’è un vuoto creato dai giovani che si allontanano dalla partecipazione politica, dal volontariato, da quegli atti di cittadinanza attiva che costruiscono le fondamenta di una società”. Per il direttore di Caritas Italiana, “è importante, allora, tendere una mano, costruire ponti, rispondere con azioni solidali e immaginare soluzioni che facciano sentire ogni persona parte di una comunità che si prende cura di tutti e non esclude nessuno”.

[Photo Credits: Vatican News]