Chiese evangeliche, "basta assedio a Gaza, Hamas rilasci gli ostaggi. Italia ed Europa si adoperino per risoluzione conflitto"

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ROMA, 13 MAG - "Chiediamo la cessazione degli attacchi militari contro obiettivi civili a Gaza e la fine dell'assedio che limita accesso ad acqua, elettricità, cibo, medicine e carburante per la popolazione palestinese, e il rilascio di tutti gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas". E' quanto si legge nel documento approvato sabato scorso, 11 maggio, dalla VI Sessione della XX Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), riunita a Roma, a proposito della situazione in Medio Oriente.

In un tempo in cui si affermano sempre più regimi autoritari e nazionalisti e la guerra torna a essere considerata, anche da parte delle democrazie, un mezzo accettabile di risoluzione delle controversie internazionali, la nostra coscienza di evangelici è interrogata", dice il testo.

"Oggi non è facile confrontarsi su tali questioni, neanche nelle nostre chiese evangeliche, dove sembra che il linguaggio della radicalizzazione voglia prendere il sopravvento sulla grammatica del dialogo", prosegue.

"La necessità è di schierarsi con i 'minimi' (Matteo 25,40), costruendo allo stesso tempo percorsi di pace, riconciliazione e di tutela dei diritti umani". Nel particolare, "la storia del conflitto tra israeliani e palestinesi è così lunga e complessa da rendere impossibile distinguere tra una parte che ha tutte le ragioni e una che ha tutti i torti".

"Il criminale attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre ha colpito civili israeliani, rivelando la portata delle minacce del radicalismo islamista nei confronti dello Stato d'Israele, mirando alla sua cancellazione - ricorda la Fcei -. La scelta di sequestrare un numero consistente di ostaggi ha innescato la reazione israeliana, tuttora in corso. Condanniamo sia l'attacco terroristico, sia la reazione con la quale si colpiscono intenzionalmente la popolazione e le infrastrutture civili di Gaza, provocando un numero elevato di morti, feriti e rifugiati; ciò fa pensare che l'eliminazione dei palestinesi sia un reale obiettivo del governo israeliano".

Anche in questa situazione drammatica, scegliamo la strada del dialogo e della riflessione, nella speranza che possano prevalere le ragioni della pace e della giustizia, anche quando essa sembra irrealizzabile. È proprio la nostra fede in Cristo che ci chiama a sperare contro speranza", aggiunge. Pertanto, "chiediamo al governo italiano e alle istituzioni democratiche europee e internazionali di adoperarsi attivamente per una risoluzione del conflitto, che inauguri una stagione di pace, giustizia e prosperità per tutte le donne e gli uomini della regione".

"Esortiamo le chiese della Federazione a pregare incessantemente, a sperare nella prospettiva della pace, rifiutando la logica oscura della radicalizzazione e degli schieramenti contrapposti, ad agire come costruttrici di pace, continuando a sostenere progetti umanitari, sociali e sanitari nell'area e ad accogliere i rifugiati attraverso l'attivazione di corridoi umanitari", afferma ancora il documento, che conclude: "Rinnoviamo il nostro impegno all'interno delle organizzazioni ecumeniche nazionali e internazionali, promuovendo iniziative di dialogo e una cultura libera dall'antisemitismo e dall'islamofobia".

[Photo Credits: Unicef Italia]